Il discorso del Pontefice sulle specificità del volontariato italiano.
«Il volontariato è la fatica di uscire per aiutare altri. Non c’è un volontariato da scrivania e non c’è un volontariato da televisione. Il volontariato è sempre in uscita, il cuore aperto, la mano tesa, le gambe pronte per andare».
È uno dei passaggi del discorso che Papa Francesco ha tenuto lo scorso 14 novembre incontrando i rappresentanti della Federazione degli organismi cristiani di servizio internazionale e volontario (Focsiv) e parlando della specificità del volontariato italiano.
In Italia, ha detto il Pontefice, il volontariato ha dei tratti tipici ed è uno dei tre elementi che concorre a definire la mobilitazione di cittadini e organizzazioni. Si aggiungono «gli oratori parrocchiali, al nord soprattutto, e poi le associazioni di aiuto economico, bancario, perché la gente prenda lì il mutuo e vada avanti, un aiuto di tipo economico. Tre cose tipicamente italiane».
Preziose anche le parole con cui Francesco ha ricordato l’attuale momento storico e il contributo che ogni volontario può dare per evitare conflitti:
«Uscire per incontrare. Noi stiamo vivendo una civiltà dello scontro […]. È più facile dire “io sono contro questo, contro quello, contro quell’altro”, che dire “io sono con”. Ci costa più fatica questo. E voi uscite per trovare gente, per trovare uomini e donne che hanno bisogno di aiuto, hanno bisogno della mano tesa, per camminare insieme, con, non contro. Questo è il vostro volontariato, e lo fate senza stipendio; sì forse vi danno qualcosa per il bus, il biglietto, ma niente di più. Senza stipendio, non per guadagnarti la vita, ma per vocazione. Ed è un investimento del vostro tempo che rende feconda la vita degli altri. Continuate su questa strada del volontariato, è una delle ricchezze della vostra cultura italiana».